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Peccato che sia una sgualdrina.

Tragedia del drammaturgo inglese John Ford, scritta fra il 1625 e il 1628 e pubblicata nel 1633. Composta in versi e prosa, in cinque atti, narra dell'amore incestuoso fra due fratelli, Annabella e Giovanni. Rimasta incinta, la ragazza decide di sposare Soranzo, che presto si accorge di essere stato tradito. Dopo aver cercato, in modo violento, di estorcere alla moglie il nome dell'amante, su consiglio del servo Varques, Soranzo finge di concederle il proprio perdono. Intanto l'astuto servo scopre la duplice colpa di Annabella. Soranzo decide di vendicarsi nel corso di una grande festa, cui interverranno tutti i signori più illustri della città. Giovanni, pur essendo stato avvertito della trappola, accetta l'invito. Prima che la festa abbia inizio egli ha un ultimo colloquio con la sorella e, piuttosto che lasciarla alla vendetta del marito, preferisce ucciderla con le sue mani. Dopo aver confessato davanti a tutti gli invitati il delitto, Giovanni affronta in duello Soranzo, riuscendo ad ucciderlo, ma a sua volta viene trafitto a morte da Varques. La tragedia ebbe uno straordinario successo, non solo tra i contemporanei, ma anche nel corso dell'Ottocento, influenzando in modo particolare la fantasia e la sensibilità dei parnassiani e dei decadenti. Maeterlinck ne scrisse una propria versione, intitolata Annabella.